domenica 23 novembre 2014
lacrima
LACRIMA
Lontano dagli uccelli, dai greggi, dalle villanelle, bevevo,
accoccolato in qualche landa circondata dai boschi di nocciuoli,
in una tepida e verde foschia pomeridiana.
Che cosa potevo bere in quella giovine Oise -
olmi senza voce, erba senza fiori,
cielo coperto - che cosa attingevo alla zucca di colocasia?
Qualche liquor d'oro insipido, e che fa sudare.
Parevo una brutta insegna d'albergo.
Poi l'uragano mutò il cielo, fino a sera: furono paesi neri,
laghi, pertiche, colonnate sotto la notte azzurra, stazioni.
L'acqua dei boschi si perdeva in sabbie vergini,
il vento scagliava dal cielo ghiaccioli ai pantani...
E dire che, come un pescatore d'oro o di conchiglie,
non mi sono dato pensiero di bere!
Di
Arthur Rimbaud