mercoledì 17 gennaio 2018

Walking Around - Pablo Neruda.


Buonasera cari lettori di Frasiandu,
Le opere del grande poeta Pablo Neruda ci arricchiscono sempre di più.

Pablo Neruda

Nato a Parral, nel cuore del Cile, Ricardo Eliezer Neftalí Reyes Basoalto si guadagnò la fama di poeta del popolo per l'impegno civile e politico contro i regimi dittatoriali instauratisi nel suo paese e nel resto dell'America Latina, abbracciando il Comunismo. Ciò lo condannò all'esilio, durante il quale soggiornò anche in Italia, nell'isola di Capri.

Le numerose raccolte di poesie, ispirate all'amore e ai colori e ai profumi della quotidianità, lo portarono nel 1971 a ricevere il Nobel per la Letteratura
Una grandissimo artista scomparso il 23 Settembre 1973.


 Vi auguriamo una buona lettura carissimi lettori!!


Succede che mi stanco di essere uomo

Succede che entro nelle sartorie e nei cinema smorto,

impenetrabile, come un cigno di feltro

che naviga in un’acqua di origine e di cenere.

L’odore dei parrucchieri mi fa piangere e stridere

Voglio solo un riposo di ciottoli o di lana

Non voglio più vedere stabilimenti e giardini
Mercanzie, occhiali e ascensori.
Succede che mi stanco dei miei piedi e delle mie unghie
E dei miei capelli e della mia ombra
Succede che mi stanco di essere uomo.
Dopo tutto sarebbe delizioso
Spaventare un notaio con un giglio mozzo
O dar morte a una monaca con un colpo d’orecchio.
Sarebbe bello andare per le vie con un coltello verde
E gettar grida fino a morir di freddo.
Non voglio essere più radice nelle tenebre,
barcollante, con brividi di sonno, proteso all’ingiù,
nelle fradicie argille della terra
assorbendo e pensando, mangiando tutti i giorni.
Non voglio per me tante disgrazie
Non voglio essere più radice e tomba
Sotterraneo deserto, stiva di morti,
intirizzito, morente di pena.
E per ciò il lunedì brucia come il petrolio
Quando mi vede giungere con viso da recluso
E urla nel suo scorrere come ruota ferita
E fa passi di sangue caldo verso la morte.
E mi spinge in certi angoli, in certe case umide,
in ospedali dove le ossa escono dalla finestra,
in certe calzolerie che puzzano d’aceto
in strade spaventose come crepe.
Vi sono uccelli color zolfo e orribili intestini
Appesi alle porte delle case che odio,
vi sono dentiere dimenticate in una caffetteria
vi sono specchi
che avrebbero dovuto piangere di vergogna e spavento,
vi sono ombrelli dappertutto e veleni e ombelichi.
Io passeggio con calma, con occhi, con scarpe,
con furia, con oblio
passo attraverso uffici e negozi ortopedici
e cortili con panni tesi a un filo metallico:
mutande, camicie e asciugamani che piangono
lente lacrime sporche.

Pablo Neruda.


 e Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.